La mia prima SUP Race Lignano
Testo di Marco Ravaglia
Pronti, via. Si parte. Questa volta decidiamo di andare a fare un week end in una terra di ottimi vini, fenomeni carsici e grande tradizione vogatoria: il Friuli.
Sabato 30 agosto scorre tranquillo, tra Cividale, Aquileia e Grado. Ma il vero obiettivo mal celato al resto della famiglia è solo uno: partecipare alla Lignano SUP Race 2019!
Domenica 1 settembre è il Race Day, arriviamo in piazza a Lignano, ci sono più di 200 iscritti, ma grazie al mitico foglio della prescrizione online, in men che non si dica ho il mio pacco gara in mano e sono in spiaggia gonfiare il mio All Round! Che dire, già a partire dall’organizzazione, tutto è spettacolare!
Mio figlio Matteo, 6 anni, non smette di fissare le bellissime tavole race già disposte in spiaggia in vista della gara “vera”. Ci sono un po’ tutti i brand dei quali Matteo mi fornisce un’attenta analisi cromatica: quella blu con la punta rossa, quella tutta a strisce bianche e nere, quella rossa con la F, quella grigia e arancione, quella verde e azzurra, quella con la M e il pallino, quella con il simbolo delle foglie, etc…
Poi arriva il tanto atteso momento della gara. La partenza dei suppisti Race e di noi “suppisti della Domenica” avviene in contemporanea, sotto a una scenografica scia di fumo lasciata da un biplano giallo. E questo momento, di per se, è valso tutto lo sforzo organizzativo per essere qui!
La mia strategia di gara è semplice e vincente: pagaiare, divertirsi e cercare di non farsi male.
Dopo la prima boa il gruppo si assottiglia e ogni suppista della domenica cerca i suoi riferimenti da seguire per individuare le scie e la traiettoria migliore.
Seconda e terza boa: ecco, qui si vedono i primi tecnicismi di virata e qualche tuffo. Mio figlio Matteo dal pontile mi vede e per incitarmi mi urla “Babbo, come mai vai così piano?“.
Ed ecco che, con la mia autostima rinvigorita, mi lancio a iniziare il tratto più lungo del giro e ho modo di vedere anche i SUP XL mentre scandiscono con i fischietti il ritmo di vogata. C’è il gruppo di quelli tecnici e precisi di Somewhere Tours (che alla fine saranno vittoriosi), gli Elvis del Chiosco Lele (a cui va tutta la mia stima per essere riusciti a pagaiare agghindati a quel modo), poi ci sono Le Banane, etc…
Ci siamo, ecco la quarta boa: i suppisti intorno a me ora sono abbastanza radi e ognuno può concentrarsi sul proprio ritmo. Ultima boa e poi campanella. Ottima e provvidenziale la bottiglietta d’acqua che viene consegnata a tutti subito dopo l’arrivo.
Quando mi ricongiungo ai miei fans, subito chiedo a mia figlia Caterina, 2 anni, quale sia la cosa che le è piaciuta di più della gara, la sua risposta non si fa attendere: “Le Banane!“.